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domenica 27 gennaio 2013

Il nostro lasciapassare per il futuro

"Il loro mondo stava svanendo. 
Barcolliamo su confini visti e non visti. Siamo decimati, eppure insolenti. Abbiamo perso il senso del tempo. Un movimento infinito, interrotto soltanto dalla sua tediosa assenza: lo shock del riposo (..). In quel momento, mentre il crepuscolo scivola su di noi, nessuno si muove. Increduli che un altro giorno sia trascorso e che la vita non ci abbia ancora abbandonato.
Di notte si era aggirato per il campo dei fuggiaschi, vagando fra tende cenciose, tendoni e carri coperti, gli occhi registravano ciò che vedevano con ostinato distacco.
Lo storico, ora testimone, che arranca nell'illusione della sopravvivenza. Una sopravvivenza sufficientemente lunga da permettergli di annotare i dettagli, nella fragile convinzione che quella verità sia una causa meritevole. Che il racconto diverrà una lezione degna di nota. Fragile convinzione? Menzogna bella e buona, un'illusione della peggior specie. La lezione della storia è che nessuno impara. 

[...]

La paura di Duiker su ciò a cui stavano andando incontro si era diffusa in lui come un'infezione. I suoi pensieri erano come febbricitanti, giravano vorticosamente intorno ad un irrazionale terrore di... di conoscenza. Dei dettagli che ricordano l'umanità. I nomi per i volti sono come serpenti accoppiati, che costituiscono una terribile minaccia per il loro morso micidiale. Non prenderò mai più in mano la Lista dei Caduti, perchè soltanto ora mi rendo conto che il soldato ignoto è una benedizione. Il soldato con un nome - morto, cenere alla cenere - esige una risposta dai vivi... una risposta che nessuno può dare. I nomi non arrecano conforto, sono una chiamata a cui rispondere l'irrefutabile. Perchè è morta lei, e non lui? Perchè i sopravvissuti restano anonimi - come se fossero maledetti - mentre i morti vengono onorati? (...)
Non nominare nessuno dei caduti, perchè sono al nostro posto e sono là, immobili e silenziosi, in ogni istante della nostra vita."

Dannazione. Sono davvero contentissima di non essere più in un ambiente scolastico in cui si è obbligati a ricordare e rispettare questa giornata. A partecipare a concerti o prender parte a concorsi che, in definitiva, nemmeno ti interessano. Alt, non voglio vedere ebrei e omosessuali stesi in fosse comuni, credo ci siano cose ben peggiori al mondo che credere in un dio piuttosto che in un altro (o non crederci affatto), o avere un determinato orientamento sessuale. Ed è ovvio che mi dispiace per ciò che accadde, tuttavia posso solo prendere atto degli eventi passati. Da che siamo bambini ci fanno una testa tanta con l'olocausto. Come se fosse l'unico sterminio nella storia dell'umanità. Io non dico che non si debba ricordare: amo la Storia e l'uomo, conoscendo il nostro passato abbiamo un'idea più chiara del presente in cui ci troviamo. Non voglio cancellare niente (ho già parecchi problemi di memoria.. mi bastano e avanzano quelli!), ma si tratta di dare il giusto peso alle cose (e, soprattutto, di ragionare). Era la quinta elementare. Torno a casa dopo una portentosa lezione di storia e ne parlo con mia madre, ripetendo le parole così convincenti della mia maestra. In soldoni, esaltavo il comunismo mentre dipingevo come incarnazione stessa del demonio Hitler e Mussolini. Mia madre (che ha il carattere di Morbidi e uno spassionato amore per la verità, che grazie a non so quale dio mi ha trasmesso) mi ferma. "Non è vero, prendi il libro di storia e leggi bene entrambi. Poi dimmi che differenza c'è" (in quanto a brutalità e mezzi). La piccola Elefanti Tristi corre in camera, apre la cartella e si getta a capofitto in quella lettura. Dopo un poco torna dalla madre. "Mamma, hai ragione tu, non ci sono differenze..".

Ho un cugino che ha passato l'ultimo anno tra le vette inospitali del Perù (3000-5000 metri d'altitudine) nel tentativo (assieme ad altri colleghi) di ricostruire la memoria storica di un popolo "di poco conto", di delineare gli ultimi anni di vita di quei villaggi rasi al suolo venti, trent'anni fa da un regime dispotico che li ha derubati della loro unica ricchezza: la conoscenza.
Ho conosciuto ragazze e ragazzi coreani che, a dispetto di quanto creda il mondo intero, sostengono (dolore negli occhi) che le guerre coreane (a cui gli occidentali hanno saggiamente posto una data d'inizio ed una di fine) si concluderanno solamente quando la Corea tornerà ad essere uno stato unico. 
  Ecco, mentre ricordiamo i morti nell'olocausto europeo, pensiamo per un istante a tutti i Nord Coreani che ogni giorno tentano di fuggire da un regime socialista che li ammazza al confine con la Cina, a questa gente che nel 2013 non ha contatti con il mondo esterno, convintissima che il loro governatore si prenda cura di loro mentre li fa morire di stenti e cancella le loro memorie facendo loro credere che nel resto del mondo si stia persino peggio.. Ricordiamo gli Armeni e i Ceceni, gli Indiani d'America, i Neri schiavizzati al tempo del Colonialismo. Ricordiamo Lenin e Stalin e come trasformarono la rivoluzione del proletariato in un nuovo sistema volto ad annientare il singolo. 
E chissà quanti altri ancora che mi sfuggono (i Balcani?)(le innumerevoli guerre?).


Amo la Storia perchè è tutto ciò che abbiamo. Il nostro lasciapassare per il futuro. La nostra carta d'identità. Salvaguardiamola. Insieme ai raggi del sole, all'ossigeno che ci innonda le arterie, all'acqua che ci disseta ed al cibo, essa ci tiene in vita. Ci dona un posto, un dove, un come, un quando, un perchè. Prendiamo un libro di storia e spegniamo la televisione. Prendiamone più d'uno per sentire campane e punti di vista diversi, non accontentiamoci mai di un unico colore, perchè quel che conta davvero è capire, comprendere, non puntare l'indice verso qualcuno, non cercare un colpevole. Conosciamo gli orrori del passato, analizziamoli e raccontiamoli  oggettivamente. Perchè a volte trovare il colpevole non basta. A parer mio, è inutile. L'unica cosa davvero vitale è capire come ci si è arrivati ed evitare che situazioni simili (le innumerevoli azioni che colmano e fanno traboccare il vaso, non il vaso stesso che senza di esse nemmeno esisterebbe) si ripresentino.

Accendiamo un lumino che ci ricordi tutte le atrocità del mondo. Senza mai perdere la speranza nella Storia (e, quindi, nell'uomo).

Elefanti Tristi

2 commenti:

  1. ahahahah vedo che l'ispirazione per scrivere ci viene sempre più o meno allo stesso momento ahahah....questa volta siamo riuscite a darci un giorno di distanza xò LOL
    Morbidi.

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    Risposte
    1. Ahahahah vero! :D mi rendo conto ora che è tanto un'invettiva...ma dopo una serie di telegiornali mi è venuto l'acido. Amen. Scappo in uni a far presenza!
      Elefanti Tristi

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